L’Italia, si sa, è un territorio ad alta pericolosità sismica. Ma come posso capire se la mia casa è a prova di terremoto? Ecco pochi semplici passaggi per valutare il rischio
La penisola italiana è senza dubbio tra i luoghi in Europa più colpiti dai terremoti. Ciò è dovuto alla presenza delle faglie geologiche, linee di frattura della crosta terreste che rendono instabile il territorio. Non tutte le regioni però in Italia sono sottoposte allo stesso rischio.
Quali sono le zone più a rischio terremoti?
Come possiamo notare dalla mappa sottostante, le zone a maggiore rischio sono quelle che, a partire dal Friuli e dall’Emilia, corrono lungo tutto l’Appennino, attraversando lo stretto e giungendo fino all’estrema punta della Sicilia.
Fonte: INGV
Per questo motivo il paese è stato suddiviso in quattro classi di pericolosità sismica, dove la Zona 1 è considerata la più pericolosa e la zona 4 la meno pericolosa:
- Zona 1: Potenza, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Benevento, Isernia, Messina;
- Zona 2: L’Aquila, Teramo, Catanzaro, Crotone, Avellino, Caserta, Napoli, Salerno, Cesena, Forlì, Rimini, Gorizia, Pordenone, Udine, Frosinone, Rieti, Roma, Viterbo, Brescia, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro, Urbino, Campobasso, Barletta, Foggia, Agrigento, Catania, Enna, Palermo, Ragusa, Siracusa, Castelvetrano, Trapani, Termini Imerese, Monreale, Bagheria, Milazzo, Paternò, Misterbianco, Gela, Sciacca, Mazzara del Vallo, Marsala, Arezzo, Pistoia, Perugia, Terni, Belluno;
- Zona 3: Pescara, Matera, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia, Trieste, Latina, Roma, Genova, Imperia, La Spezia, Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza, Pavia, Sondrio, Alessandria, Cuneo, Bari, Taranto, Firenze, Livorno, Lucca, Carrara, Pisa, Prato, Siena, Trento, Aosta, Treviso, Verona, Vicenza;
- Zona 4: Piacenza, Savona, Como, Milano, Varese, Asti, Biella, Novara, Torino, Vercelli, Brindisi, Lecce, Cagliari, Nuoro, Olbia, Oristano, Sassari, Caltanissetta, Grosseto, Bolzano, Padova, Rovigo, Venezia.
Quali sono i segnali di debolezza di un edificio?
Se l’individuazione della zona di pericolosità sismica è il primo indicatore da controllare per valutare il rischio, tuttavia bisogna considerare anche altri fattori.
Data di costruzione
La prima vera legge antisismica nazionale fu emanata solo nel 1974. Ciò significa che tutti gli edifici costruiti in Italia precedentemente a questa data sono stati realizzati con poca attenzione alle azioni dei terremoti e risultano quindi più vulnerabili.
La normativa è stata successivamente migliorata e perfezionata, con l’introduzione di parametri più stingenti. E’ quindi possibile affermare senza esitazione che un edificio costruito negli ultimi 10 anni è più sicuro di uno realizzato negli anni ottanta.
Tipologia costruttiva
Il metodo costruttivo con cui è realizzato l’edificio è senza dubbio uno dei fattori fondamentali per stabilirne il rischio sismico. Gli immobili realizzati in muratura portante sono infatti generalmente più esposti alle azioni sismiche rispetto alle strutture in cemento armato, e queste ultime sono a loro volta, nella maggioranza dei casi, più vulnerabili delle strutture in legno.
Abusi edilizi
La presenza di abusi edilizi è una delle cause più frequenti di crolli in occasione di un evento sismico. Molti abusi, realizzati senza l’attenta supervisione di un tecnico, causano infatti un appesantimento della struttura. E’ il caso di soprelevazioni, verande e aggiunta di tramezzature. In altri casi, anche la sottrazione di elementi come muri portanti e solai o l’apertura di nuove porte e finestre, può portare alla destabilizzazione della struttura.
Modifiche alla struttura originaria
Altro fattore di rischio può è spesso la maldestra introduzione di elementi costruttivi nuovi, estranei alla struttura originale, come cordoli e solai in cemento armato. Questi, anche quando realizzati a regola d’arte, possono compromettere la resistenza dell’edificio a causa del loro diverso comportamento alle azioni sismiche.
Stato di manutenzione
Come è evidente, anche lo stato di manutenzione influisce in maniera non indifferente sulla vulnerabilità sismica degli edifici. Le infiltrazioni d’acqua causano spesso un appesantimento delle struttura che può comportare un rischio maggiore in caso di terremoto.
Sempre l’umidità è la causa principale dello “scoppio” dei ferri nelle strutture in cemento armato, che provoca una diminuzione della capacità di resistenza delle strutture.
Come posso valutare il rischio sismico per la mia casa?
Una volta valutati i fattori generali di rischio riportati qui sopra, nel caso in cui uno o più di questi fossero presenti, è necessario procedere con più accuratezza. Per fortuna, infatti, esiste un metodo per valutare scientificamente il livello di rischio sismico di un edificio.
L’analisi approfondita di un edificio, condotta da un ingegnere di comprovata capacità, porta infatti a conoscere con esattezza lo stato del rischio attraverso una “Analisi del Rischio Sismico”. Da questo deriva poi l’attribuzione della “Classe di Rischio Sismico”. Grazie a tale analisi siamo in grado di capire se la casa in cui viviamo rappresenta effettivamente il luogo sicuro che vorremmo per noi e per la nostra famiglia.
Vuoi sapere se anche il tuo edificio è a rischio terremoti? Audax Ingegneria è in grado di valutare con certezza lo stato di salute del tuo immobile e di suggerirti il modo migliore per intervenire. Contattaci ora, un team di tecnici si metterà a disposizione per forniti tutti il supporto di cui hai bisogno.