L’applicazione del cappotto termico per edifici sta diventando una pratica sempre più diffusa. Ma cosa è di preciso? Quando conviene?
Negli ultimi anni si è diffusa rapidamente la pratica di “fare il cappotto” agli edifici, tanto da sentirne parlare anche in televisione e per radio. Ciò non deve stupire perché si tratta di una innovazione che sta rivoluzionando sensibilmente il settore delle ristrutturazioni, apportando benefici di rilievo sia per il proprietario dell’immobile, sia per l’ambiente.
Il cappotto termico per edifici è una tecnica che permette di coibentare gli immobili garantendo isolamento sia termico che acustico. Se applicato correttamente, permette di mantenere alte temperature interne durante l’inverno e freschi gli ambienti durante i periodi estivi.
Un intervento del genere, da solo, è in grado di ridurre i costi in bolletta del 50%, a fronte di una spesa di poco superiore al rifacimento tradizionale di una facciata. Per questo motivo, qualora sia già previsto un intervento di manutenzione straordinaria della facciata o della copertura, bisognerebbe tenere in seria considerazione l’opportunità di realizzare il cappotto al proprio edificio, in quanto si tratterebbe di aggiungere solamente i costi dell’isolante alla spesa già preventivata.
Sebbene questa tipologia di intervento necessiti sempre di una analisi preventiva di fattibilità e convenienza, è possibile tuttavia affermare che per edifici precedenti al 1976 (quando ancora la normativa non prevedeva alcun requisito di prestazione termica per gli edifici) fare il cappotto risulta sempre una soluzione vantaggiosa dal punto di vista economico. Per interventi su edifici più recenti, invece, è consigliabile rivolgersi ad un tecnico specializzato.
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